Un passaggio in India, con il Rotary

Scrivendo per il Rotary International, sono sempre alla ricerca di metafore e similitudini, soprattutto quando arrivo in posti poco familiari; sono sempre in cerca delle parole giuste per raccontare in un articolo il lavoro dei soci del Rotary.

La prima volta che sono andato in India con il Rotary, in compagnia di Minda Dentler, Ambasciatrice Rotariana, a vedere con i miei occhi l’Iniziativa Globale per l’Eradicazione della Polio in azione, ho avuto gioco facile, perché mi è bastato lasciar vagare gli occhi su paesaggi e oggetti, persino sui semplici segnali stradali, per trovare in ogni momento delle chiare metafore.

Prendiamo la scritta che ho visto sul retro di uno degli onnipresenti camion Tata: ‘Rispetta il codice della strada’.

Chiunque viaggi sulle strade dell’India non tarda a scoprire che i veicoli viaggiano normalmente sul lato sbagliato della carreggiata, per sorpassare o per approfittare di una zona di asfalto non troppo devastata dalle piogge monsoniche, con conseguenti incroci da brivido con i veicoli in arrivo dall’altra parte.

Però poi ho cominciato a vedere queste infrazioni in un altro modo. I codici dell’opinione pubblica, e anche quelli degli esperti, sostenevano che un Paese vasto, popoloso e pieno di problemi sanitari come l’India non avrebbe mai potuto liberarsi dalla polio.

Eppure, a dispetto delle difficoltà, l’India è arrivata a questo traguardo l’anno scorso; nel mese di novembre ho avuto la possibilità di vedere il programma di eradicazione in azione in una Giornata Sub-Nazionale di Immunizzazione (SNID).
Era già quasi un anno che scrivevo del lavoro del Rotary per eradicare la polio, ma recarsi sul campo vuol dire toccare con mano non solo la portata del progetto, ma la vita delle persone che concretamente lavorano per tenere i 172 milioni di bambini dell’India al sicuro dalla malattia.

Ho conosciuto gente impegnata nel Rotary senza riserve, come Deepak Kapur, il presidente della Commissione PolioPlus dell’India. Mentre salivo con un montacarichi nella sua tipografia a Delhi, e guardavo i suoi impiegati correre da tutte e parti per rispettare le scadenze di produzione, ho cominciato a capire quanto sacrificio comporti l’impegno di mettere fine alla polio.

Vedevo un imprenditore, alla testa di un’affermata tipografia ronzante di attività, fra cataste di libri, opuscoli e giornali stampati, che in qualche modo trova il tempo di tenere le fila delle attività necessarie per assicurare che uno dei Paesi più popolosi del mondo non debba mai più aver paura della polio.

Di persone come Deepak, che vivono coerentemente il credo del Rotary, ce ne sono migliaia; ed è per questo che lo sforzo contro la polio ha avuto tanto successo.

Ci sono i Rotariani di Delhi che si sono uniti, con Minda e con me, per una giornata SNID. E ci sono, in particolare, le operatrici sanitarie che abbiamo avuto il piacere di incontrare, l’incarnazione stessa della convinzione instancabile che è ci è voluta per debellare la polio dall’India.

I soci del Rotary sono la malta che cementa insieme i mattoni del futuro dell’India; e al futuro stanno donando un magnifico lascito per le condizioni sanitarie del paese.

-nessuno-

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